DeaR su Blow Up

Dionisio Capuano ha ascoltato l'album "DeaR Me!", realizzando questa recensione:
Art rock polivocale. Consideratela una incapacità di volere. In questa manciata di canzoni si è rimasti invischiati. La mimesi vocale di Sylvian è sabbia mobile, se le concedi troppo è fatta, si godrà pure delle cianosi timbriche. È che la fattura delle canzoni è pregiata, per varietà e ricchezza nella scrittura e negli arrangiamenti (qualcuno dirà, fraintendendo, kitsch). Art-pop da manuale, fogli rubati ai Nine Horses e ripassati con gli evidenziatori. Ad un certo punto le fumigazioni massimaliste spingono oltre, con tutta una serie switch di atmosfera. Il passo tex-mex di Wind odora di Spain e Calexico; Dear Me! l'ascriverete al repertorio di Amanda Lear; l'artificial funk di The Skyline e Shadows My Soul sembrerà roba di Bowie. La giostra diventa psichedelica, neuro-accumulo quasi tossico. Soccorre lo strumentale etero-cosmico Crickets (for Klaus), languoroso ma quasi francescano rispetto a quanto prima. (7,3).

